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CORONELLO, IL VIRUS BIRBANTELLO

di Ilaria Flauto

 

C’era una volta, in un paese lontano, un piccolo virus: Coronello.

Era famoso per il suo carattere ribelle, dispettoso, disubbidiente.

Lo chiamavano, scherzosamente, «Coronello, il virus birbantello».

Il sogno più grande di Coronello era girare il mondo. Passava giornate intere a sognare paesi lontani: “La Grande Muraglia la conosco: è nel mio paese! Vorrei vedere i mari caldi del sud del mondo, le montagna altissime in tutti i continenti! E poi monumenti famosi come la Tour Eiffel, il Colosseo, il Big Ben, l’Empire State Building!”.

La sua corona da Principe dei Virus e il suo rango reale gli permettevano di andare ovunque volesse, ma non aveva ancora capito in che modo sarebbe riuscito a farlo.

Per un certo periodo, studiò i comportamenti delle persone e capì che, per arrivare lontano, doveva utilizzare il canale della «gentilezza»: “Se voglio passare da una persona all’altra in modo silenzioso e sicuro, mi devo intrufolare negli abbracci, nelle strette di mano, nei baci che accompagnano i saluti affettuosi. Sì, farò così! Approfitterò della «gentilezza» per andare da una persona all’altra e girare il mondo!”.

Inconsapevole dei danni che avrebbe causato, Coronello partì dalla Cina e arrivò fino al Lago di Como. Nella lunga strada percorsa, però, fece danni, procurò malanni e paure,

al punto da far abbandonare agli esseri umani le loro abitudini gentili.

Ma i bambini di una scuola primaria della città di Como capì che, lavandosi le mani in modo accurato, starnutendo e tossendo nella piega del gomito, mantenendo accesa la loro vivacità e continuando – con queste piccole accortezze – a stare insieme e a praticare i gesti gentili a cui erano abituati, avrebbero fermato il viaggio di Coronello, che da semplice curiosone era diventato un flagello per intere popolazioni.

I nostri piccoli eroi mandavano in giro per Como «biglietti gentili»: frasi di conforto a chi era ammalato, a chi non usciva di casa per paura di contagiarsi. Piano piano, gli abitanti di Como, poi della Lombardia, poi dell’Italia, poi dell’Europa e, infine, del mondo intero, cominciarono a dedicare gesti gentili agli altri, facendo diventare virale la gentilezza.

Coronello, a quel punto, dovette fermarsi; tolse la corona da Principe dei Virus e scrisse una lettera ai bambini della scuola primaria che, con atti prudenti e fermamente gentili, lo avevano sconfitto:

«Cari bambini, guerrieri della gentilezza, mi arrendo e vado via. Grazie a voi, ho capito che – per inseguire i propri sogni – non bisogna fare del male agli altri, ma praticare la gentilezza».

 

 

Cari bambini,

siete gagliardi e intelligenti: avete riconosciuto sicuramente chi è Coronello!

Quando ci sono situazioni difficili, spesso la paura ci spinge ad isolarci.

Attenzione, però: la solitudine non aiuta ad uscire dai guai ed essere prudenti non significa diventare scorbutici ed egoisti!

I bambini di Como l’hanno capito benissimo; allora, niente panico!

In queste giornate un po’ strane, facciamo come loro: siamo saggi e furbi e restiamo in contatto “a distanza”, per proteggere la salute senza dimenticare nessuno.

Usiamo le telefonate e i messaggi (sempre con la supervisione delle mamme, non fate i furbetti!), per dire agli altri: «Ti penso, ti sono vicino, non ti scoraggiare!»… e manteniamo i nostri soliti impegni, compiti compresi, per tenere ben sveglie la mente e la curiosità,

che non vanno mai in vacanza!

 

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